Ornella del guasto
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A Marittima nel Salento a fine settembre durante una festa patronale la mia attenzione è stata attirata da una lunga tavola con intorno alcuni ragazzi e su cui erano in bella mostra non solo confezioni dei famosi prodotti tradizionali (vini, taralli , mostaccioli, orecchiette, sagne incannulate…) ma anche pentole piene di diverse zuppe dall’odore allettante . “Ma chi siete?” ho chiesto. Sono 15 i ragazzi della direzione della Caritas locale, di cui 7 della direzione parrocchiale marittimese gestiscono la bottega equo-solidale di Marittima impegnata a diffondere in Italia e nel mondo non solo i meravigliosi prodotti del Salento ma anche quelli dei paesi Poveri. E non si tratta di giovani qualunque ma di marittimesi che nelle università di Torino, Pisa, Lecce … studiano ingegneria, filosofia, agraria, psicologia … e che nel tempo libero hanno scelto di dedicarsi al prossimo attraverso la creazione di un commercio giusto ed equo . Il giorno dopo sono subito andata nel grazioso locale dalle volte a botte nel retro della Chiesa di San Vitale che il parroco ha messo loro a disposizione e di cui paga anche tutte le bollette. Mi sono affettuosamente emozionata nel vedere con quanta dedizione i ragazzi hanno allestito negli scaffali l’offerta vastissima che spazia dai tradizionali prodotti dai “sapori antichi salentini ” alla farina di quinoa proveniente dalle alte terre del Perù e della Bolivia , al riso della Tailandia, alla cioccolata delle piantagioni africane, al caffè del Messico e poi alle marmellate, alle creme vegetali, alle salse, all’olio d’oliva fino ai prodotti del benessere,dell’igiene, della cosmesi naturale. Tutto a prezzi bassissimi . La bottega di Marittima è nata nel 2006 da una idea della Caritas locale e oggi collabora e interagisce con una rete vastissima di solidarietà tra piccolissimi produttori, importatori e botteghe riuniti in organizzazioni, associazioni e cooperative che si occupano di commercio equo e solidale come “Libera”, “Libero Mondo” , Madre Terra” , “Rovinala” attiva in particolare in Madagascar,” Tatawello”in Messico … La tecnica del commercio solidale è questa : comprare i prodotti nei mercatini o da piccoli produttori nei Paesi poveri, rivenderli sui nostri mercati e ritornare il ricavato maggiorato ai paesi di origine indirizzandolo in progetti allo sviluppo che rispettino l’Ambiente e siano contro ogni sfruttamento dei lavoratori. Ad esempio mi vengono mostrati alcuni modellini di aerei e automobili provenienti da un villaggio del Madagascar che era costruito sopra una discarica. I volontari sono andati sul posto e hanno insegnato agli abitanti a realizzare piccoli oggetti e utensili con materiali riciclati dai rifiuti e a tessere vestiti, borse e sciarpe che sono venduti nel mondo. Grazie a questo commercio oggi il villaggio è stato spostato in una zona bonificata e gli abitanti possono anche contare su un flusso abbastanza continuo di modeste entrate. "E’ comunque un impegno che dà anche a noi un grande ritorno in lezione di vita". mi dicono i ragazzi